Comandante Sirin. A Castel Bolognese l’Anpi ringiovanisce (da La Repubblica)

Articolo tratto dal sito di Repubblica Bologna e pubblicato oggi sempre sul quotidiano La Repubblica

Eletta una nuova presidente: 23 anni, figlia di immigrati tunisini, ha dovuto attendere la maggiore età per diventare cittadina italiana. “Partigiano – dice – è chi lotta per i propri diritti”.

“Non sono partigiani solo coloro che hanno vissuto la guerra e hanno combattuto il nazifascismo”. Dietro gli occhi grandi e sorridenti di Sirin Ghribi si nascondono anni di lotte e difficoltà; anche dal suo volto passa il rinnovamento dell’Anpi, che da diversi anni si è aperta ai giovani e che ora vede una 23enne figlia di una coppia tunisina guidare una sezione di provincia in Emilia-Romagna, terra di Resistenza borgo per borgo, valle per valle. Sirin è stata appena eletta presidente della sezione di Castel Bolognese, nel Ravennate: alcune decine di iscritti, e tanta voglia di crescere portando nuove idee e molto entusiasmo.

Una donna, non partigiana. La prima in Italia fu pochi anni fa Anna Cocchi, ancora oggi alla guida dell’Anpi di Bologna: una doppia, piccola grande rivoluzione. Ora a farle eco è una laureata in Economia e management che, come tutti i giovani di seconda generazione, nonostante sia nata in Italia – i genitori sono arrivati da Sfax trent’anni fa – ha ottenuto la cittadinanza soltanto al compimento dei 18 anni. “Sono ancora l’unica in famiglia ad averla”; il fratello minore dovrà aspettare ancora parecchio per sentirsi davvero uguale ai suoi compagni di classe.

Nasce proprio a scuola il desiderio di Sirin di impegnarsi, “di rimboccarsi le maniche”, studiando storia, approfondendo cosa è accaduto in Italia durante il secondo conflitto mondiale, quella lotta al fascismo che però non si è mai conclusa, “perché anche oggi esistono rigurgiti ben evidenti”. Ghribi sente il desiderio di darsi da fare perché i partigiani non sono una figura che appartiene al passato “ma si è partigiani anche oggi, quando si lotta per i propri diritti”, e lei l’ha provato sulla sua pelle di italiana a metà. “Sono stata vittima di bullismo fino ai 17 anni: i miei compagni di classe mi consideravano quasi un corpo estraneo, per il mio aspetto fisico” e perché per la legge “non ero uguale a loro, non ero italiana”. Una condizione che è diventata ancora più intollerabile quando Sirin ha deciso di candidarsi a rappresentante di istituto, lei che veniva additata come diversa: “Ho ricevuto insulti e minacce. È stato pesante, ma i miei genitori mi hanno dato forza. Ovviamente non sono stata eletta”, ma quell’episodio e la fierezza che ha saputo tirar fuori, le hanno dato sicurezza: “Ho capito che potevo trasformare una mia debolezza in un punto di forza”.

E così inizia per Sirin l’impegno sociale, prima fra i giovani di seconda generazione per un dialogo fra la cultura italiana e quella tunisina, poi nella vita politica e civile, sostenendo il messaggio delle Sardine ed entrando nell’Anpi. Essere partigiani oggi significa anche lottare come hanno dovuto fare lei e migliaia di giovani per essere riconosciuti finalmente come italiani, dopo aver frequentato le stesse aule, essere cresciuti giocando insieme al parco, parlando la stessa lingua. Per questo, nei giorni in cui si discute del caso Suarez e del suo esame di Italiano, Sirin ammette di “provare ribrezzo. Penso a chi come me ha dovuto aspettare la maggiore età, a chi è arrivato in Italia quando aveva pochi mesi di vita, o non ha un reddito sufficiente, o non ha mantenuto continuativamente la residenza e quindi non ha ancora tutte le carte in regola. Suarez ha avuto la cittadinanza con l’inganno, è una mancanza di rispetto nei nostri confronti. Noi ce la siamo sudata, e alcuni attendono ancora” di sentirsi davvero italiani.

Una giovane donna, Sirin, con un percorso personale che per Anna Cocchi può rappresentare davvero il futuro dell’Anpi: “Abbiamo il compito in primo luogo di fare memoria, di difendere la Costituzione ma anche di attualizzare i valori dell’associazione che discendono dalla Carta”. Spazio dunque alle nuove leve.